BULLI….. E BULLETTI

 

Se digiti su google la parola bullismo esce una descrizione fantastica che racchiude tutti i motivi per cui si è o si diventa dei bulli, cita esattamente:

Ostentazione di presunta capacità o abilità: banale, indisponente e rischioso modo di distinguersi, che sfocia talvolta in comportamenti aggressivi o violenti.

Nella descrizione stessa traspare il fondamentale motivo che, personalmente, riconosco in un bullo o meglio bulletto :

l ‘insicurezza nascosta dietro la strafottenza.

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Si, perché il bullo OSTENTA una capacità che molto probabilmente non ha e cioè avere l’attenzione degli altri. Ritengo possa essere una persona che necessita di attenzioni che non riceve principalmente dalla famiglia, quella che più dovrebbe darne e che lo dovrebbe guidare a diventare uomo e non bullo.

Perché se è vero che per bullismo si intendono “…tutte quelle azioni di sistematica prevaricazione e sopruso messe in atto da parte di un bambino/adolescente, definito “bullo” (o da parte di un gruppo), nei confronti di un altro bambino/adolescente percepito come più debole, la vittima ( definizione data dagli studiosi del fenomeno) è anche vero che gli atti di prevaricazione di questi personaggi continuano nel corso degli anni

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trasformandolo da bullo a violento in ogni situazione della propria vita : con le donne, quando va allo stadio, quando porta suo figlio a calcio, per citare solo qualche esempio….e questo certamente…… NON E’ UN UOMO!!!!

 

Ne esce infatti il profilo di una persona ( piccola, adolescente o grande) banale, indisponente e a rischio!

Oltre ai due tipi di bullismo che fino ad ora si conosceva , bullismo diretto (che comprende attacchi espliciti nei confronti della vittima e può essere di tipo fisico o verbale) e bullismo indiretto (che danneggia la vittima nelle sue relazioni con le altre persone, attraverso atti come l’esclusione dal gruppo dei pari, l’isolamento, la diffusione di pettegolezzi e calunnie sul suo conto, il danneggiamento dei suoi rapporti di amicizia) da qualche anno esiste il cyberbullismo (quando le azioni di bullismo si verificano attraverso Internet (posta elettronica, social network, chat, blog, forum) che ultimamente ha portato ad azioni così gravi da spingere al suicidio di chi lo ha subito.

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Quello che è importante avere ben presente è, specialmente, quello che NON E’ il bullismo :

  • NON E’ uno scherzo: nello scherzo l’intento è di divertirsi tutti insieme, non di ferire l’altro;
  • NON E’ un conflitto fra coetanei: il conflitto, come può essere un litigio, è episodico, avviene in determinate circostanze e può accadere a chiunque, nell’ambito di una relazione paritaria tra i ragazzi coinvolti.

E’ necessario non trascurare nessun atteggiamento strano che notiamo nei nostri figli, sia per non rischiare di lasciar vivere in solitudine un problema di sottomissione che sta subendo, sia quando si ha il dubbio che il nostro ragazzo stia opprimendo, fino a sfinirlo con i suoi atteggiamenti, un coetaneo; perché anche e specie in questo caso il genitore ha la parte più importante e cioè quella di non minimizzare mai i vari atteggiamenti in entrambe i casi.

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Abbiamo finora parlato al maschile perché nella maggioranza dei casi è un problema che si pone in questi termini ma anche le donzelle non disdegnano azioni di forza tra loro e  a mio parere, la cosa è ancora più antipatica e fastidiosa, difficile da accettare, forse sono quelle ragazzine che credono che essere donne libere significhi scopiazzare gli atteggiamenti maschili anche nelle loro brutture, mentre il vero femminismo è quello di dimostrare al mondo la propria capacità di essere soggetti pensanti e intelligenti….e quindi donne libere

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certamente la violenza non rientra nelle caratteristiche necessarie.

Parliamone!

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BISOGNA SAPER DIRE DI NO!

Sono iscritta da tempo in un gruppo facebook molto utile (si chiama melarossa e aiuta in modo molto efficace a seguire la dieta personalizzata che propone). E’ frequentato da persone speciali che hanno deciso di dare una svolta…alla loro linea, alla loro vita, al loro modo di vivere il cibo ma , specialmente persone che si confrontano e si mettono in discussione  non solo per quel che riguarda l’alimentazione e la dieta che si propone ma sugli argomenti più vari e capita che alcuni di questi argomenti siano per me spunti di riflessione.

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Solo ieri con una parte di loro ci siamo dilungate in una discussione legata ai NO da dire ai figli.

E’ un argomento che in parte ho già toccato, ma che vedo torna sempre nell’interesse comune.

Il tutto nasce da una mamma che si lamenta di una discussione avuta con la figlia (credo adolescente) che le chiede di accompagnarla ad una festa, non prima di averle chiesto di passarle la piastra su capelli ricci ricci che impegnano due ore per essere lisciati, e dopo una serie di richieste sfociano in una sonora litigata, creando un malessere nella mamma che sta cercando di mantenere un equilibrio per poter affrontare la dieta che invece la spinge ad accettare la proposta di una pizza che le fa il marito. Si preoccupa perché ogni giorno si riempie di impegni e finisce con non riuscire a cucinarsi quello che dovrebbe mangiare. Inoltre le spiace aver litigato con la figlia pur avendo incassato da lei risposte sgarbate.

La reazione di tutte, diciamo tante me compresa, è stata quella di dirle di imparare a dire di no e pensare un po a se stessa.

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Così ognuno ha iniziato a descrivere il proprio figlio/a con le loro particolarità legate all’età quasi tutte accomunate dal fatto che questi figli tendono a rispondere un pò malamente.

E allora il coro è stato “ ma qualche schiaffo a volte….” Oppure “ io a mia madre non avrei mai osato rispondere così” o ancora ” smettiamola di essere le loro sguattere”…. “ una volta due schiaffi e zitti”.

Ormai mi conoscete e sapete che cerco sempre l’equilibrio delle cose o le cosidette vie di mezzo.

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E in effetti anche in questa situazione il mio pensiero è di provare a non essere sempre disponibili e, quando van detti, dire il no del caso, già da piccoli, i bambini hanno bisogno di regole e di no, di confini da non oltrepassare per potersi formare un carattere stabile e per imparare il rispetto per se stessi e per gli altri.

Anche agli adolescenti che sono nella fase in cui sanno solo chiedere e ritengono di avere tutti i diritti del mondo, serve un sonoro NO ogni tanto e a noi serve girarci dall’altra parte fare un bel respiro e pensare a noi stesse, anche per non dare l’idea che siamo sempre pronte ad essere usate!

Essere genitori, come ho già scritto in altri articoli, non è affatto facile ed essere figli neanche! Quando sei figlio non capisci i genitori e quando sei genitore…non ti ricordi più di essere stato figlio!!!!

Non disdegno la sonora sculacciata (e che tale rimanga) quando più piccoli non capiscono le parole ma non può diventare il sistema educativo altrimenti cresceranno pensando che con la violenza e gli urli possono ottenere tutto. Credo che dai 10 anni in poi valgano molto di più le nostre parole e i nostri atteggiamenti ma entro i primi 10 anni dobbiamo riuscire a immettere in loro tutte le buone abitudini, i comportamenti le moralità che riteniamo giusto comunicargli.

Mamma mia che difficile lavoro!!!

uid_1188f08e490  E alla fine di tutte le nostre chiacchiere la mamma in questione ha fatto un analisi di se lucida e obbiettiva dandosi le risposte che le servivano……..questo è il fascino del confronto!

 

Parliamone!

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PER VOI………

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Vi auguro un fine settimana sereno e vi invio il mio abbraccio

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Mi troverete qui lunedì pronta a scrivervi qualcosa di nuovo…..

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                                              ……E VOI….CI SARETE ????????????

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Ci Siamo fatte un selfie…….

Queste due signore nella foto sono, da sinistra, mia mamma (Marilena 80 anni fra un mese) e la sua amica Maria Teresa ( 79 anni ).

Non ho messo le loro età per indelicatezza ( ho comunque chiesto il loro permesso) ma perchè ognuna con le loro particolarità caratteriali sono due sagome e ieri mi hanno fatto davvero ridere di gusto!

Io e mia mamma viviamo nello stesso stabile, lei sotto e io sopra, cosa che nel percorso della vita è stato ed è utile ad entrambe, quindi ieri sera quando ha avuto ….o meglio hanno avuto, una difficoltà tecnologica, mia mamma mi chiama.

” Luiseeellaaaaa, puoi scendere un momento???????”.

Lascio li quello che stavo facendo e scendo, apro la porta e trovo due quasi ottentenni che sghignazzano come due ragazzine fino alle lacrime!

L’amica di mia mamma ( sono cresciute insieme , la loro è un’amicizia che dura da quando erano piccolissime…..più di un matrimonio) si alza, mi schiocca un bel bacio , ci salutiamo e ,in coro mi dicono : ” Ci siamo fatte un selfie………( ridarella) ……ma non riusciamo a mandarlo a suo figlio!!!!”.

Ho riso per dieci minuti e loro dietro me……erano proprio buffe!!!

Poi mia mamma si riprende e come suo solito mi “cazzia” un po : ” sa sa…dai ..aiutami fammi vedere come si fa, che lei non ha ancora waths app ( detto con aria di ironica sufficenza) “.

Così parte la spiegazione : devi fare così..poi cosà….( facendolo fare a lei perchè memorizzi, anche se non è la prima volta che glie lo insegno..ma lei non ha tempo di aspettare tutta la spiegazione così poi non ricorda) poi cerchi il contatto… e mia mamma ” eh ma io non ce l’ho il numero di suo figlio”…….Aaaaaaaah ma dimmelo no??????

Quindi si ricomincia, le metto il numero che la sua amica mi detta, e rifacciamo tutto, insomma alla fine riesco a farle vedere i passaggi e a mandare questa foto.

Il tutto in un continuo ridacchiare di loro due che , tra una presa in giro e l’altra, si raccontano le loro dimenticanze, i loro pasticci e si adulano a vicenda “perchè tu sai fare quello” e ” tu sai fare quell’altro”.

Non vi dico quando il figlio ( che se leggerà questo racconto si scompiscerà immaginandole) ha risposto alla loro foto : due ragazzotte gridolanti tutte sorprese perchè aveva “già” risposto!!!!!!!

Giuro , non ho mai riso tanto!

Poi si era fatto tardi, era già buio e la bella e stilosa Maria Teresa doveva andare a casa  “perchè guidare al buio…sai ho un’età”!!!!! Così si avviano al cancello……..una sotto braccio all’altra…..le due amiche di una vita!!!!!!!

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“Ad arrivarci alla vostra età con lo stesso spirito e l’animo sereno e vivace come il vostro, certo avete la fortuna di essere sane e in forma ( tolto qualche acciacco dell’età….ma il trucco è non ascoltarlo) ma l’allegra confusione che avete portato ieri sera mi ha fatto bene all’anima!!! ”

Ho voluto raccontarvi questo episodio sperando di darvi lo stimolo a vivere ogni cosa con forza , sentimento e tanta , tanta allegria….quando è possibile!!!!!!

Parliamone!

 

 

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SI CHIAMANO PUBERTA’ E  MENOPAUSA…E NON SONO PAROLACCE!!!

 

Non so perché ma ci sono parole e situazioni nella vita e nel corpo della donna che non si nominano, oppure si nominano ma con nomignoli, paragoni, sinonimi…..sciocchezze direi.

Le due situazioni più evidenti sono lo sviluppo adolescenziale che sfocia nella pubertà e la menopausa.

Nella pubertà

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succede che alle donne inizino le “mestruazioni” altro termine tecnico e scientifico che però al genere umano , sia maschile che femminile, proprio non piace e quindi ci si spinge in alternative bizzarre : CICLO, termine che indica tutto il ciclo ormonale mensile e non la parte finale del “flusso” o “mestruazione”appunto; “SUE (o mie a seconda di chi parla) COSE, termine vago come dire che sono solo cose di chi le ha, problemi suoi….mentre uuuh se coinvolge anche chi c’è attorno con nervosismi e sbalzi di umore ; SORELLINE …non so, forse perché disturbano come le sorelline ( ma non è che i fratellini siano da meno) E molti altri nomignoli a seconda delle origini regionali.

Però, nonostante le scappatoie, è collegato a un momento bello della vita in quanto compare nella gioventù, ne rappresenta forza, natività sensualità, pienezza della vita di una donna e noi stesse attorno ai 12 o 13 anni non vediamo l’ora che ciò accada!

Poi, ad un certo punto arriva la MENOPAUSA

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…che già mentre la si pronuncia sembra si dica  “LUPO MANNAAAAROOOOO”.

Eh no, invece no, MENOPAUSA provate a dirlo con semplicità: non è una vergogna, non è una malattia, non è LA FINE!!!!!!

Sentiamo donne dire “ eh ho caldo”, l’altra “ uuuh che emozione”, o ancora  in modo sommesso e a bassa voce “ ogni tanto mi accaldo”…………

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SONO CALDAAANEEEE si chiamano caldane o vampate….non fanno male e non devono fare paura su, e tantomeno dobbiamo vergognarci!

Vuol dire che siamo sulla cinquantina, siamo cresciute, molte volte migliorate, maturate e abbiamo qualche ruga in più, siamo tornite e formate dalla vita ( nel fisico e nell’animo) e siamo SPETTACOLARI!!!!!!

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L’importante è accettare il fatto e non mortificarci con parole e atteggiamenti.

Scherziamoci un po su, prendiamoci in giro e difendiamo il diritto di essere nervose.

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Perché dopo una vita con le mestruazioni, dopo aver partorito almeno una volta o più, dopo aver subito ogni cambiamento fisico dovuto a queste fasi….abbiamo il sacrosanto diritto di essere nervosette !

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Ebbene si, siamo donne, diamo la vita e siamo NERVOSE!!!!

Qualcosa da ridire?????

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LA TAZZA PESANTE!

 

 

Avevo notato questa cosa già quando c’era mio papà malato, poi la mia attenzione è stata nuovamente catturata da questa cosa quando c’è stata mia suocera malata e da seguire.

La tazza della colazione!

Sembra una sciocchezza ma non lo è!

Così ho iniziato a far caso a come faccio colazione io.

Uso una tazza di medie dimensioni di vetro con il manico di lato,pf1652-3639537366-235x194

la riempio con il tè e l’appoggio sul tavolo della cucina, prendo le fette biscottate o il pane tostato e la marmellata, mi siedo e come un rito inizio a spalmare….poi inzuppo e mangio.

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Ne lascio sempre cadere qualche pezzo cosi assorbe bene il tè e dopo 4/5 fette mi accingo a raccogliere il contenuto della tazza, sollevandola con una mano e con l’altra con il cucchiaio raccolgo…fino alla fine.

Gesti semplici, che facciamo senza farci caso, di cui non notiamo alcuna difficoltà.

Ma siamo in forze, sani , giovani o meno giovano ma non malati o vecchi o ancora vecchi e malati.

Mio papà faceva colazione più o meno come me fino ad un certo punto

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…poi ha iniziato a lasciar stare la marmellata e sbriciolare tutte le fette biscottate o dei biscotti insieme nella tazza facendone un zuppa….ma sollevava ancora la tazza.

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Con il tempo e la malattia ha iniziato a non tirare più su la scodella sollevandola solo da un lato….fino a farsi imboccare per la troppa debolezza.

All’incirca la stessa strada l’ha percorsa mia suocera, per questo ho iniziato a fare attenzione ai gesti che compio mentre faccio colazione.

Ho pensato a quanto questi semplici cambi di atteggiamenti possano ferire e far stare male un ammalato o un anziano.

Ho pensato a come ci si può sentire ad aver bisogno dell’aiuto degli altri

Ho pensato …..ad iniziare ad abituarmi ….nelle piccole cose.

Così , anche adesso che ancora posso alzare la tazza, non lo faccio e se involontariamente l’ho sollevata…la poso sul tavolo, così mi abituo e forse soffrirò un pò meno quando non potrò più farlo ma, specialmente, riesco e riuscirò a comprendere meglio chi, sulla mia strada, troverò ad avere queste difficoltà perché malati, perché vecchi, perché vecchi e malati!

 

Mettersi nei panni degli altri aiuta a capire azioni e emozioni!

 

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VECCHI LIBRI 

Sarà ora di tornare a insegnarlo a scuola?

Questa è una pagina di un vecchissimo libro di scuola, quando ancora c’erano gli abbecedari…..vi ricordate cosa sono? Qualcuno sa che cosa sono??? Sono alliena????

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Eccolo…vi presento l’abbecedario….quel libretto fantastico che con una semplicità infinita insegnava ai bimbi a leggere e scrivere!

Poi l’evoluzione, gli studi pare abbiano trovato altri sistemi che forse sono migliori ma appaiono contorti e difficili.

Così come le tabelline,

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le poesie

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e tante altre cose che negli anni hanno cambiato il livello di conoscenza e cultura.

Ma l’educazione, quella più elementare, quella che a parer mio devono insegnare i genitori ………..

Trovarla sulle pagine di questo libro mi ha emozionato!

Ma perché le cose belle svaniscono sempre ?

Può succedere che qualche genitore non insegni l’educazione in questi termini e allora ecco che ci pensava la scuola……e oggi?

Oltretutto se la maestra DOVEVA  insegnare questo, avrebbe potuto poi essere in difficoltà se non dava l’esempio.

Non per niente un tempo l’insegnante veniva chiamata “educatrice”.

 

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“Permesso, grazie, prego, buongiorno, buonasera dette senza fretta e accompagnate da un sorriso”: questo si trova scritto nei vecchi libri delle elementari.

Mettendo l’accento su come le parole gentili vanno accompagnate da un atteggiamento gentile…..per non cambiare l’emozione che si trasmette!!!

Io la trovo una cosa bellissima e sostengo che andrebbe ripresa!

Insieme ad essa, come  nuova materia , bisognerebbe riportare alla luce e all’insegnamento, il rispetto del bene comune, della persone e degli animali, semplici cose che dovrebbero essere la base, a scuola e in famiglia, per formare uomini e donne maturi per un futuro migliore!

Parliamone!

 

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INSEGNANTI O PSICOLOGI

Bentornati a tutti e buona settimana!

Parlavo giorni fa con delle amiche di problemi relativi ai figli a scuola.

Si parlava in particolare di una situazione:  quando le maestre della prima elementare di tuo figlio ti chiamano e iniziano a descriverti un bambino che tu non conosci : incapace, distratto, rumoroso, disturbatore che necessita di un consulto psicologico.

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Tu, mamma ansiosa e preoccupata, ti precipiti da psicologi, logopedisti, psicomotricisti e tutto quello che esiste sulla faccia della terra per non lasciare niente di non considerato.

Non sei un’esperta, non sei una psicologa, sei semplicemente mamma, magari per la prima volta e quindi stai imparando ad essere genitore, se sei fortunata lo stai imparando insieme ad un compagno di vita altrimenti lo stai facendo da sola e mai e poi mai vuoi sbagliare.

Il problema nasce quando,psicologi , logopedisti e terapisti vari ti domandano “ ma signora perché l’ha portato da noi? Il bambino non ha nessun problema evidente, tutto è nella norma, è un bambino sano e intelligente, ha semplicemente bisogno dei suoi tempi, può essere che le cose nuove non le apprenda al volo come un altro bambino ma ognuno ha i suoi tempi, bisogna rispettarli e aiutarli”.

A questo punto tu mamma che fai?

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Non mi sono trovata in questa situazione avendo avuto la fortuna di avere, sia le maestre delle elementari che i professori della scuola media, di mio figlio decisamente attente, collaborative e sensibili, ma mi pongo la domanda!

Mi trovassi in questa situazione con continue insistenze degli insegnanti e atteggiamenti verso il bambino che invece di aiutarlo lo isolano e accentuano le sue particolarità, come mi comporterei?

Bhe, probabilmente dopo dialoghi e colloqui con loro, nel caso vedessi segni di disagio sul bambino, sicuramente cambierei la scuola immediatamente.

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Poi però…andrei a fondo sulla questione.

In contrapposizione a ottimi corpi insegnanti, uniti e compatti nel seguire con umiltà, affetto e professionalità gli alunni ( e sono davvero tanti) a volte ci si trova di fronte a maestri o professori che ritengono più semplice delegare a figure specifiche, come

l ‘insegnante d‘appoggio, quello che probabilmente è semplicemente una necessità di maggior attenzione.

Quindi mandare dallo specialista per fare ottenere documenti che certifichino la necessità di un percorso “diverso”, forse è il sistema meno impegnativo.

Non credo gli insegnanti si debbano sostituire a figure più specifiche ma, nel momento in cui psicologi e terapisti dichiarano l’assoluta normalità di un bambino, forse devono mettersi in moto per seguire e aiutare nel modo migliore anche quel bambino che per lentezza personale rimane un pò più indietro, dando così dimostrazione di capacità professionale.

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E ’vero anche che i continui tagli all’istruzione portano ad avere classi che variano dai 25 ai 30 bambini difficilmente gestibili e che gli insegnanti dovrebbero essere messi in condizioni, materiali e psicologiche, di poter portare per mano nel migliore dei modi ogni bambino che viene loro affidato per molte ore giornaliere.

Dal lato opposto è importante che ci siano genitori umili e predisposti ad ascoltare e seguire le indicazioni che vengono suggerite.

Insomma, per non smentirmi, anche qui si tratta di equilibrio…quel delicato filo che tiene unito il mondo docente con quello dei genitori.

Bisogna imparare ad ascoltare da entrambe le parti!

Parliamone!

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ARRIVEDERCI…… A LUNEDI’

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Vi lascio il mio buon fine settimana , vi auguro di passarlo con le persone che desiderate, quelle che amate, quelle che vi fanno stare bene con la consapevolezza della fortuna  che si ha ad avere una casa, una famiglia, degli amici…..

Io questa settimana la mia gioia nel cuore ce l’ho : nonostante l’infinito strazio degli eventi nel centro Italia, il salvataggio di tutte quelle persone all’hotel Rigopiano sul Gran Sasso mi ha commosso e sollevato un po il peso del macigno di tutte le altre perdite causate dal terremoto e dalla bufera di neve che si è abbattuta su quelle zone.

Uno dei tanti , innumerevoli motivi che mi fanno sentire fortunata per quello che ho!

 

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…………………………………………..A LUNEDI’………………………………………………

 

………..E NON DIMENTICATE OGNI MERCOLEDI ALLE ORE 10,00 CIRCA………

PARLIAMO DI QUESTO E ALTRO SU

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   UN PO DI SANA AUTOCRITICA  

 

Quante di voi si ritrovano in questa  vignetta di Mafalda??

Io sinceramente si e anche parecchio!

Noi donne siamo davvero speciali nel voler imporre il nostro pensiero, il nostro modo di fare, le nostre abitudini, i nostri atteggiamenti…….al nostro partner : in fondo, se ha deciso di vivere con noi è perché gli va bene come siamo, come pensiamo, gli vanno bene le nostre abitudini e i nostri atteggiamenti!

Ma perché mai dovrebbero cambiare idea con il tempo????

Casomai siamo noi che cerchiamo di plasmare loro a “nostra immagine e somiglianza”…..perchè sicuramente …”noi siamo meglio”!

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Dagli indumenti nel cassetto alla tavoletta del wc tutto va sistemato a modo nostro….che poi…..  davvero ma a noi…cosa cambia se quando arriviamo in bagno dobbiamo abbassarla stà tavoletta….in fondo loro la alzano e mica si lamentano!!!!

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Abbiamo l’esigenza , e dico esigenza, che il nostro partner….pensi come noi, LA pensi come noi……abbiamo bisogno di sentirci al sicuro, forse è questo che porta ad avere questo atteggiamento un pò assolutistico e indisponente.

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Abbiamo bisogno del loro apprezzamento sempre e costante e non scontato.

Abbiamo bisogno di impostare noi tutto, specie le cose pratiche per poterle controllare ed avere sempre tutto, appunto, “sotto controllo”….il nostro.

E poi vogliamo essere capite senza parlare…dai su…non è poi così difficile….quando ci chiedete “ cos’hai?” e la risposta è “ niente”….non è vero…è solo che aspettiamo la seconda domanda “ ma non mi sembra, dai dimmi cosa c’è che non va” ,il tutto possibilmente con voce calda e amorevole che ci permetta di aprirci in tutto lo sfogo che dobbiamo vomitare.

E alla fine….dovete solo darci ragione e il gioco è fatto….semplice no????

E per ridere un po….ancora una cosa : se quando siamo in coda ai bagni dei locali ci mettiamo più tempo……………

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se ci mettiamo tanto tempo a prepararci                                                                        w704

……….sopportate un po …..

…in fondo noi……….. e119277bca35d5402b132e55d3bc94a56026 ….sopportiamo altro!

E’ che abbiamo visoni diverse……..

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Insomma …capiamoci….entrambe!!!!!

Parliamone!!! 

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