DISTRATTE CASUALITA’

E’ strano come a volte incontri casuali si trasformino in incontri interessanti.

A volte si incontrano persone ma, presi dalla propria routine, non si fa caso.

Siamo distratti, con i pensieri che girano vorticosamente nel cervello e se siamo al bar a fare colazione pensiamo alla strada da percorrere, se passiamo dal giornalaio abbiamo già la testa al lavoro, siamo al lavoro e pensiamo già a cosa ci spetta a casa e mille altre cose che ci affollano i pensieri.

Così ognuno presi da se stessi che non si fa a caso alla frase cortese di chi beve il caffè di fianco a noi, al saluto gentile di chi dall’altra parte della strada si sbraccia per darci il buongiorno, al sorriso di chi, accompagnandosi con il gesto di una mano, si ferma per farci attraversare la strada.

Poi , invece, caoita che la lucidità e la visione del presente, dell’attimo che stai vivendo prende possesso di noi e accogli una semplice frase come forma di attenzione verso di te, ricambi con gentilezza e inizi a parlare con scioltezza.

Questo mi è capitato l’altro giorno mentre prendevo un caffè al bar.

Il bar di un amica che, assentatosi un momento per una telefonata importante, ha lasciato a me l’onere di servire i clienti che sarebbero arrivati.

Così è successo : con l’aiuto della cliente stessa che mi ha indicato alcune cose che non conoscevo, riesco a servirla e mentre sistemavo le cose chi l’accompagnava dice “ ma che bello il tatuaggio che ha sul braccio”. Potevo seccarla con un freddo grazie e finiva li. Invece mi è venuto spontaneo far seguire al grazie la spiegazione, il significato, dove l’ho fatto e si sono innescate domande e risposte che hanno fatto iniziare una piacevole conversazione.

Entrambe abitanti dello stesso paese ma non ci eravamo mai incontrate oppure chissà quante volte ma non avevamo prestato attenzione.

A volte invece conosci qualcuno così distrattamente ti saluti, ti incontri ma non scatta mai nulla di più poi , improvvisamente, ti trovi seduta al tavolino di un bar in cinque “sconosciute” o “conosciute di vista” a ridere e scherzare come vecchie amiche d’infanzia.

Gli scherzi della disattenzione……non ti fa vedere il bello che ti circonda, le persone che ti circondano…..la vita che hai a disposizione!

E RICORDATEVI…………………………………….

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Un pò di autocelebrazione!!!!

Bhe non so se a voi è mai capitato ma quando mi è stato proprosto da Laura di fare un’intervista il mio stupore si è palesato sul volto come ogni mia emozione .

Un’intervista? E cosa avrò mai da dire?

E Laura tutta convinta mi ha risposto:” ma stai scherzando? tu hai una storia, hai un cambiamento, hai preso decisionie sei un personaggio”.

Mah se lo dice Laura….. io mi fido…. e quindi accetto.

Già ma chi è questa Laura? Innanzitutto è un’amica, ci siamo conosciute in tempi non sospetti, dove i nostri cambiamenti di vita non erano ancora nei pensieri. Lei è un’esperta dello sviluppo del potenziale umano e mette questa sua conoscenza a disposizione sia di personale di azienda che di persone private che, come me, hanno bisogno di fare uscire le proprie…..esigenze…si direi proprio esigenze. Laura è lei:

Non posso che ringraziarla per cosa è riuscita a far uscire di me…da me. Ne sono stupita anche io!!!!

E non posso non condividere con voi il mio cammino, spero di divertirvi almeno quanto mi sono divertita io 

Laura Piovano Life & Career Coach

LA “POTENZIALE INTERVISTA” OGGI E’ CON LUISELLA AZARIO.

Dovessi dare un sottotitolo a questo post mi potrei sbizzarrire:
“ #famiglia come se non ci fosse un domani”, “voglia di Casa”, “la rivincita del focolare domestico!” e comunque la parola d’ordine oggi è “ #calore ”.
Colleziona elefanti, ne ha ben 150! Ama la sua scrivania, promuove marchi, sul lavoro si definisce una “colla”, è blogger per diletto https:argomentandoblog.wordpress.com/ , ospite fissa in una rubrica radiofonica, è mamma di Sara e Andrea e moglie di “Pippi” .
Il suo business è in fase di evoluzione…sì perché Luisella arrivata a festeggiare i suoi primi 50 anni anagrafici ha fatto un grande cambiamento!

La potenzialità di oggi?
L’ #ENTUSIASMO in tutte le sue sfumature!
Vi lascio all’intervista con Luisella, il suo #cambiamento, il suo #blog, il suo mondo ed il suo #potenziale, come lo ha saputo cogliere ed allenare nel momento del bisogno.

D. Luisella, immagina un posto “da sogno” dove ti piacerebbe svolgere il tuo lavoro, cosa vedi?
R. Il mio posto da sogno è questo! Casa mia! Progettata su misura per noi, per me e la mia famiglia. Un ampio open space per la zona giorno ideato per poter stare tutti insieme anche quando svolgiamo le attività quotidiane…mio marito al computer, io ai fornelli e mio figlio sul divano😊.
“L’angolo studio” è stato portato dalla camera da letto all’open space proprio per questo concetto di condivisione.

D. Come fai conciliare i momenti di lavoro in cui hai bisogno di concentrazione con questa concezione di condivisione, open?
R. Lavoro al mattino quando in casa ci sono solo io, ahahah…

D. Quante volte al giorno sorridi? (…e qui mi sarebbe piaciuto condividere l’audio della registrazione per farvi sentire la super “risata” di Luisella!!!)
R. Sorrido sempre! Esistono segni impressi sul volto delle persone chiamate “rughe” 😉 che ricordano l’espressione che maggiormente ci appartiene. La ruga marcata tra gli occhi è tipica di chi è spesso corrucciato; le c.d. “zampe di gallina” al lato degli occhi sono invece tipiche di chi sorride spesso e volentieri…(e ridendo le si disegnano sul volto quelle belle “zampe di gallina”!!!)
Io cerco in me e negli altri il sorriso.

D. Ti piace festeggiare? Cosa festeggi?
R. Sì mi piace festeggiare, soprattutto mi piace fare le sorprese, sono sempre io quella che organizza le feste a sorpresa in occasione dei compleanni. Purtroppo con questa mia voglia di festeggiare impedisco agli altri di organizzare le sorprese a me! Io mi organizzo le feste da sola…mi faccio la sorpresa da sola!!
Oltre i compleanni, festeggio e celebro ricorrenze anche non necessariamente felici…i ricordi per me sono molto importanti.

D. Tu hai fatto un grande #cambiamento lavorativo e di vita, come l’hai affrontato?
R. Dopo 20 anni di servizio come #operaia specializzata nella tostatura del caffè presso una nota azienda Piemontese ho deciso di accettare un incentivo all’esodo e risolvere il mio rapporto di lavoro con loro. Questo è accaduto poco più di due anni fa, in un momento della mia vita in cui sentivo il bisogno di cambiamento ma che mai avrei immaginato di cogliere così al volo, senza troppe remore!

Quindi dopo 20 anni di #lavoro come operaia STOP! A casa dalla sera alla mattina. In tutto questo ho visto un’opportunità e non un disastro. Ero arrivata ai miei 50 anni ed ho immaginato fosse giunto il momento di fare qualcosa di nuovo. Ho zittito la mia voce interiore che mi metteva di fronte agli ostacoli che avrei dovuto affrontare e con il mio atteggiamento positivo ho deciso per una svolta.
Ho cercato di cogliere tutti i segnali positivi che mi si presentavano dinanzi e quello decisivo, direi anche mistico, è stato il passaggio di un bellissimo cervo di fronte alla mia auto, una mattina all’alba, mentre mi recavo al lavoro, che guardandomi sembrava quasi tranquillizzarmi e rasserenarmi…quello stesso giorno andai dal direttore a risolvere il mio contratto di lavoro!

D. …e #oggi? Mi parli del tuo lavoro oggi?
R. Dopo la mia storica decisione ho subito iniziato a leggere, a seguire corsi di formazione, mi sono messa in discussione, ho avvicinato con curiosità e atteggiamento aperto il mondo del network marketing…ho seguito corsi di formazione tenuti da formatori di fama mondiale, ho letto libri come “padre ricco e padre povero” …ho aperto i miei orizzonti senza giudicare, ho iniziato a guardare il mondo uscendo dal mio guscio… Questo primo periodo di vita nuova l’ho dedicato a me. Mi sono ossigenata!

Nel passaggio tra questo primo periodo e quello dedicato all’azione ho seguito un percorso di #life #coaching con TE 😊 che mi ha ulteriormente aiutata ad aprire i miei orizzonti e sono passata al fare! (…ovviamente io di questo ne sono particolarmente orgogliosa cara Luisella!!)
Ho quindi iniziato a mettere in moto la mia nuova carriera, dandomi obiettivi a lungo e breve termine, ho aperto il mio blog, sono stata coinvolta come #blogger in una radio locale dove oggi ho un mio piccolo spazio in una rubrica settimanale (mi ascoltano 12.000 radioascoltatori!!!). Ho anche iniziato a promuovere e sviluppare marchi e metto in connessione le offerte alle richieste. Sono in fase di sviluppo…faccio quello che mi piace!

D. Se ti fa piacere, vuoi condividere con me e con chi ci legge un tuo sogno nel cassetto?
R. Scrivere un libro. Il mio sogno nel cassetto è scrivere un libro!

D. Hai mai trovato #ostacoli sul tuo cammino professionale che parevano insormontabili?
R. per fortuna non ho dovuto affrontare grandissimi ostacoli, i pochi che ho incontrato sul mio cammino li ho affrontati NON ritenendoli ostacoli!

D. Di fronte ad una porta chiusa in faccia come reagisci?
R. Mi infastidisco! Mi chiedo come possano chiudere una porta in faccia a me!!! 😉

D. Tu sei?
R. Una casinista! …e tanto entusiasta della vita!

D. Hai un tuo motto? Quale??!
R. “Non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te”

DA CASA DI LUISELLA VI SALUTO, SORSEGGIANDO UN BUON CAFFE’ E FACENDOMI DUE SANE RISATE…E FORSE MI FERMERO’ ANCORA A FARE DUE CHIACCHIERE…😊😊

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Ma l’amicizia, cos’è???

E’ difficile dare una sola definizione dell’amicizia.

Ce ne sono tantissime, tutte vere, tutte belle, tutte possibili, tutte impossibili, tutte coerenti, tutte incoerenti.

Insomma ce n’è per tutti i gusti ma fra le varie frasi e aforismi che si trovano quella che più mi sembra valida è questa

 

               ” L’amicizia è quella cosa che

                  quando uno sta in silenzio

                  l’altro non si sente in dovere

                  di dire qualcosa per forza”

Perché l’amicizia è silenzio, è ascolto, è percezione, è sensazioni.

Ma è anche parlarsi, raccontare e raccontarsi, è chiedere aiuto, è dare aiuto, e non chiederlo ma saper che l’altro capisce che ne hai bisogno.

Tra amici ci si abbraccia, si gioca, si bisticcia, si grida, si canta, si fa sport, ci si emoziona, si condivide.

L’amicizia è come l’amore: ci si dà e basta, senza aspettarsi nulla in cambio.

Quanti di voi hanno amici o amiche di cui sanno con certezza che in caso di bisogno ci sono?

Ci sono persone che, non se ne fanno accorgere, ma ci sono sempre e diventano il tuo punto fermo, la tua ancora, e questo è bello tanto riceverlo quanto donarlo.

Capita, nella vita, di perdere un amico troppo presto, troppo giovane, troppo improvvisamente e succede che la sensazione che si vive è di assoluta mancanza d’aria, come se ti venisse reciso un’arto…una parte di te.

Essere amici non vuol dire necessariamente essere sempre insieme, seguirsi sempre, uscire insieme. Spesso si è amici pur non incontrandosi spesso, a volte stando mesi senza sentirsi ma nel momento del bisogno…..quel campanellino che ti suona in testa e passare da lei o da lui…quella telefonata fatta e ti senti dire “ caspita che sesto senso, avevo proprio bisogno di sentirti”.

Le amicizie nascono per caso, nascono in seguito ad eventi, succedono quando non te lo aspetti ma si ti sei incontrato quel giorno, proprio con quella persona e proprio in quella situazione…..un motivo c’è, tu non lo sai ma un motivo c’è perché niente nella vita avviene mai per caso.

E io credo che, per quanto si insinui, l’amicizia probabilmente più bella è quella fra uomo e donna. Ebbene si, io credo nell’amicizia fra uomo e donna, ci credo perché ho più di un amico uomo, ci credo perché gli equilibri siamo noi a crearli, ci credo perché credo nel controllo degli istinti, ci credo perché credo che l’amicizia sia un sentimento asessuato.

Io amo amare, l’amore in tutte le sue forme: da donna, da mamma, da amica, da figlia, da sorella e mi ritengo molto fortunata perché sento ricambiato questo amore da chi mi circonda, da chi mi vive più o meno frequentemente.

E quindi vero che “la vera amicizia non consiste nell’essere inseparabili ma nel sapersi separare senza che nulla cambi” oppure che “ gli amici sono quelle persone che ti dicono le cose in faccia e ti difendono alle spalle” o ancora che “L’amicizia è una sola anima che abita in due corpi, un cuore che batte in due anime”.

Fra uomo e donna, fra bambini, fra ragazzi, fra ragazze, fra persone adulte, fra animali e di un animale……tutte forme di amicizia….tutte forme di amore…..l’importante è saper scegliere!

                                    

 

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La forza del sorriso.

 

So che sembra una frase fatta, senza grande significato con la infantile convinzione che un sorriso risolva tutto.

Ma sono sempre più convinta che ….  è così anzi confermo e rinforzo : il sorriso ha una forza immensa che aiuta a vivere e a vivere meglio!

Per esempio: non vi è mai capitato di salire in macchina, partire e poi perdersi nei pensieri mentre la macchina va….in maniera quasi automatica e , nello stesso modo, ci ritroviamo ad avere la fronte corrcciata e, in mezzo agli occhi, all’estremità interna delle sopraciglia, si crea una profonda ruga verticale. E non fai passare nessuno, ti arrabbi con chi ti taglia la strada( ma tu hai accellerato per non farlo passare) e tutto sembra girare contro di te.

Bhe a me capita…. è capitato e tutta da sola, tra me e me, mi son detta:” eh mamma mia che burbera sorridi!”!

Così ho disteso gli occhi allargandoli, ho sfoderato un bel sorriso e fatto passare un auto che cercava di immettersi nella carreggiata, facendole un segno con la mano e il mio sorriso ha attratto il suo. Dopo pochi metri la stessa auto si è fermata a far passare un pedone ( che in Italia sembra un regalo non un dovere) e chissà, se avessi potuto continuare a guardare, magari quel pedone avrà rivolto un gesto carino a qualcun’altro.

Qualche giorno fa, una persona (un’amica per correttezza di informazione) mi ha posto una domanda :”ma tu quante volte ridi o sorridi durante il giorno?”.

Per risposta le ho detto di guardare la mia faccia e notare che rughe ho.

Io ho delle bellissime zampe di gallina attorno agli occhi: le rughe del sorriso!!! E sono ben felice di averle.

Insomma, volete mettere la differenza dall’avere tutti quei solchi orizzontali sulla fronte e quella linea verticale tra le sopraciglia?

Insomma il nostro viso dice molto del nostro carattere.

Immaginate di avere un negozio, un bar, di lavorare ad una reception : che differenza c’è tra accogliere un cliente con il sorriso e un bel saluto a voce alta (non  gridando però) e accogliere con un saluto distratto magari guardando il telefonino e rivolgendosi poi con un tono cupo e scortese?

Il sorriso apre il cuore alla persona che lo riceve. 

Obbliga a restituirlo. 

Spinge a guardarsi negli occhi.

Obbliga ad essere gentili.

Da sollievo a chi è addolorato.

Unisce anche chi è estraneo.

Ti spinge a vedere positivo ad essere positivo.

Il sorriso è una forza della natura che magari non risolve tutto ma sicuramente spiana la strada.

Parliamone!

 

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TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO

Non so se è insito nell’essere umano o solo nell’Italiano ma spesso questa frase mi rimbalza in testa : siamo tutto e il contrario di tutto.

Siamo esseri dotati di intelligenza ma quanto tempo passiamo a non usarla mettendo in atto atteggiamenti e parole impregnati di cattivo gusto, maleducazione e ignoranza?

Siamo quelli che hanno gli uomini che uccidono le donne ma allo stesso tempo alleviamo figli che non sanno accettare i no….neanche quelli di una donna.

Siamo quelli che isolano i diversi, qualunque essi siano, che li chiamiamo diversi inventandoci canoni da razza ariana ma combattiamo per la pace nel mondo.

Siamo quelli che giudicano, umiliano, offendono ma andiamo a messa la domenica per pulirci le coscienze.

Siamo quelli che vogliamo dire la nostra ma quando ci viene data la possibilità ci nascondiamo dietro alle gita per sciare o la domenica al mare o al tanto non serve a niente.

Siamo quelli che ci lamentiamo: della società, della politica, del governo, degli amici non amici, degli amori non amori, dei figli, dei genitori, degli altri, degli errori………ma non ci mettiamo mai in movimento per cambiare qualcosa, non ci proviamo neanche tanto………”non sarò certo io che cambierò il mondo con il mio atteggiamento”.

Noi siamo tutto e il contrario di tutto e non ci rendiamo conto che in realtà potremmo essere IL TUTTO.

Potremmo essere quelli che decidono, che cambiano, che amano, rispettano, accettano, con consapevolezza, sicurezza e altruismo.

Potremmo essere il bello del mondo, quello che se ne prende cura, potremmo essere coerenti tra quello che diciamo e quello che facciamo.

Potremmo essere intelligenti e invece a volte, ma solo a volte, al massimo siamo colti, istruiti, qualche volta furbi ( o perlomeno pensiamo di esserlo) ma intelligenti proprio poco.

Chissà se un giorno potremmo dire NOI SIAMO IL TUTTO DI QUESTO MERAVIGLIOSO MONDO!

Oggi breve, un pò retrò, che richiama “all’eravamo meglio una volta”, ma molto sentito.

Parliamone.

E DOPO UNA BREVE PAUSA RIPRENDONO…….

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EUTANASIA O ACCANIMENTO……..MISSIONE IMPOSSIBILE

In Italia si combatte per poter morire……all’estero si lotta per poterti curare.

In Italia i giudici possono obbligare dei genitori, la cui religione vieta la trasfusione di sangue, a far curare forzatamente il proprio figlio

All’estero dei giudici possono obbligare dei genitori a lasciar morire 

senza cure palliative il proprio bambino!

Dall’Italia bisogna scappare all’estero se volutamente vuoi smettere di essere torturato dall’accanimento terapeutico.

Considerazioni fredde e a freddo che mi son venute in mente alla notizia che Il piccolo Alfie se n’era andato!

Così ho iniziato a esaminare un pò questa vicenda da mamma, da donna, da persona normale.

E’ sempre difficile argomentarei vicende dove c’entrano bambini, bambini malati, bambini che muoiono.

Bisogna provare a non pensare, per un momento, che si tratta di un bimbetto di due anni ma puramente di un figlio e di genitori, che già è sufficientemente difficile così.

In questo caso abbiamo dei genitori che disperatamente vogliono provare di tutto pur di cercare di curare, prima, e non far soffrire poi, il loro figlioletto.

Altro caso quei genitori che, essendo loro testimoni di Geova,  non volevano far fare una trasfusione di sangue alla loro figlia  (successo qualche anno fa).

Per ultimo vorrei considerare il caso di Clara Englaro dove un genitore ha passato anni chiedendo di non accanirsi più sul corpo della propria figlia staccando ogni macchinario senza il quale non avrebbe potuto respirare e vivere.

Nel primo caso, in Inghilterra,  dei giudici sono entrati in azione per obbligare dei genitori a staccare ogni spina e lasciare che il loro bambino finisse così di vivere. Ora mi domando: ma non dovrebbe essere una decisione che dovrebbero prendere i genitori, non un giudice? Inoltre non hanno previsto un accompagnamento indolore verso la morte, semplicemente staccato la spina lasciandolo morire soffocato. Ci ha messo 5 giorni, cinque lunghi giorni dove sicuramente ha “sentito ” la sensazione del soffocamento. 

Anche nel caso dei genitori testimoni di Geova sono stati dei giudici a decidere che la trasfusione andava fatta togliendo la patria potesta’ genitoriale : viene da pensare  che in questo caso sia stato giusto così, la bambina aveva tutti i diritti di avere tutte le cure possibili, ed e’ cosi’ secondo coscienza…….ma non si e’ considerato neanche qui il volere dei genitori.         

Per non parlare del caso Englaro dove non solo non si è tenuto  conto del volere  genitoriale ma si è  anche accusato il genitore stesso di voler far eutanasia  sulla propria figlia…….già ma in questo caso si andava  contro la “ nostra religione” che non prende in considerazione questi argomenti se non per decisione divina.

Forse anche qui il solito equilibrio non sarebbe male, la via di mezzo salomonica che interpreta le necessità umane sarebbe d’obbligo.

Bisognerebbe riuscire a valutare caso per caso escludendo ogni forma di credo e fede ideologica-politica-culturale.

Distinguere un genitore che non vuole curare da uno che tenta il tutto per tutto, notare le differenze da chi chiede di propria voce di non voler più subire un accanimento terapeutico e chi potrebbe usare l’eutanasia dove non necessita.

Bisognerebbe capire un padre che dopo anni di sofferenza “inutile”, che non porta cioè a miglioramenti e guarigione del proprio figlio/a, chiede di poter far terminare tale sofferenza.

Bisognerebbe distinguere un genitore di un minore che vuole provare tutte le cure comprese quelle pagliative per accompagnare verso la fine, da un genitore che non tenta alcune cure per credo religioso( qualunque esso sia)

Bisognerebbe non ergersi a giudici e non dare ai giudici poteri che non spettano: ma come e chi può fare tali distinzioni?

Difficile che chiunque, anche giudici preparati, possano eludere il pensiero soggettivo.

 

Dunque probabilmente missione impossibile!

Parlimone!