L’uomo in giacca

L’altro giorno ho assistito ad una scena….pazzesca.

Ero in macchina ed erano circa le 18,30/18,45 quando seduta in macchina e in coda su corso Regina Margherita, un grande corso che attraversa Torino, vedo fermarsi un’auto in senso opposto nel bel mezzo della carreggiata, unica in quel tratto.

Io avanzo lentamente e vedo scendere dalla macchina, con fare nervoso e corpo che esprimeva una intensa agitazione, un uomo in giacca e camicia bianca ( mi è parsa bianca ma non ci giurerei) si avvicina al finestrino dell’auto dietro alla sua e urla qualcosa. Io con i finestrini chiusi non sento ma la sua faccia esprime davvero una rabbia incontenibile, la bocca di chi urla, le braccia che si agitano indicando direzioni.

Poi torna verso la sua auto ma , l’autista verbalmente aggredito replica qualcosa che fa tornare indietro l’uomo in giacca e con una velocità fulmine sputa dentro al finestrino, torna alla sua auto sale e se ne va! Sputa…..SPUTA……in modo incontrollato ho cacciato un urlo portandomi la mano alla bocca “ ma noooo”…..questa è stata  la mia reazione.

Nel mentre il serpentone in coda nella mia direzione si muove e affiancando l’auto oggetto del diverbio vedo dentro due donne, sul sedile del passeggero non distinguo bene il viso ma alla guida una distinta signora di una certa età diciamo attorno la sessantina.

Sono rimasta basita, esterrefatta, senza parole e anche un pò angosciata.

Così ho iniziato ad analizzare l’evento e mi sono messa subito nei panni della signora ( forse per solidarietà femminile): cosa può aver fatto di tanto grave da seduta in macchina per far scatenare una rabbia così?

Avrà tagliato la strada? Si sarà spostata di corsia senza freccia? Si sarà permessa di suonare il clacson? L’avrà mandato a stendere con il segno di un braccio? Non so, provo a immaginare. Ma nulla mi sembra possa giustificare una simile reazione (che oltretutto immagino possibile fra due uomini generalmente più propensi al confronto fisico) che non si possa placare alla vista di una donna e oltretutto di una certa età.

Poi mi calmo e provo a mettermi nei panni dell’uomo in giacca e valuto la sua reazione : era un fine giornata, probabilmente una giornata difficile, magari aveva girato in macchina tutto il giorno e lo stress si era accumulato. Forse la signora ha rischiato di far avvenire un incidente e la reazione nasce dallo spavento. Forse la signora distinta ha tirato fuori, urlando dal finestrino, un linguaggio e qualche offesa non proprio in stile?

Forse…..molti forse ma la principale domanda che mi è scoppiata in testa è stata: qualunque sia stata la ragione se quest’uomo avesse avuto in tasca una pistola avrebbe solo sputato o avrebbe sparato diventando così  io spettatrice di un omicidio?

Rabbia accumulata, rabbia repressa, rabbia esplosa…..rabbia da controllare!

Parlimone!

 

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Tanti auguri a me…….attraverso le foto!

Guardo questa foto è più che mai vedo la conferma di quella bella poesia di Gibran  ” I tuoi figli….non sono tuoi”…..

Vi ho fatto questa foto con il cuore traboccante di amore nel vedervi così uniti e innamorati di quel fraterno amore unico e irripetibile ….poi vi ho chiamato, vi siete “sganciati”

 

e vi siete girati……. guardandomi con quell’ aria perplessa, disturbati e infastiditi nella vostra intima fratellanza.

E in  quegli sguardi ho “visto” quella poesia. Gli anni passano voi siete ormai grandi e la strada è vostra.

Io invecchio…no cresco….sono cresciuta insieme a voi sbagliando e correggendo e questo compleanno me lo ricorda.

Questo compleanno mi fa sentire qualche acciacco che prima non c era, qualche insicurezza che prima non avevo, mancare qulche forza…che prima avevo.

Ma ho voi due ognuno con le sue particolarità, ognuno che mi aiuta in qualcosa: una moralmente nelle decisioni, nei pensieri, nel confronto.

L’altro nelle cose di casa, nelle cose pesanti, nel seguire la nonna e nel tenermi aggiornata.

Insieme a papà-pippi (che mi sostiene sempre in più campi) siete la mia vita…la mia bella vita!

E se proprio devo fare un bilancio della strada percorsa sino  ad ora…….non posso che essere felice, soddisfatta e serena.

 

Voi tre, la mia famiglia, i miei amori, la mia vita…..il mio regalo più bello!

 

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Con papà è sempre più bravo!

Sovente mi ritrovo a sentire mamme che si lamentano di avere bambini che  con loro risultano ribelli e disubbidienti, essere decisamente più buoni, educati e ubbidienti con i papà.

In effetti è abbastanza vero, non sempre ma sovente.

Osservando situazioni in diversi ambiti( in spiaggi, al mercato, al cinema, al parco giochi a casa di amici o quando si hanno ospiti) non ho potuto fare a meno di notare alcuni atteggiamenti che distinguono i papà :

 

1) I papà sono caratterialmente più rilassati e sereni, forse perché, per organizzazione familiare, difficilmente hanno tutto il giorno i bambini con se  ma tant’è.

2) I papà non si fanno impietosire: è più facile che i no delle mamme diventino si che viceversa: se il no a qualcosa viene detto, oltre a motivarlo, tale deve rimanere e in genere i papà hanno più fermezza in questo senso.

3) I papà si rivolgono ai figli  magari con poche parole ma serie, senza fronzoli, trattandoli da adulti : questo fa sentire i figli allo stesso livello e prendono fiducia dell’interlocutore.

4) I papà non li stritolano in baci e abbracci soffocanti ogni tre per due: noi mamme siamo quelle che necessitano del contatto continuo, che dobbiamo dimostrare il nostro affetto ai figli, che dobbiamo, in preda a raptus sbaciucchiatori, affondarci in quelle guanciotte che ci chiamano come le sirene per Ulisse.

Sembrano quattro cose leggere e insignificanti ma per il figlio in questione, sono atteggiamenti che trasmettono, o no, sicurezza, serenità e serietà dando un senso di fiducia che stimola all’ascolto e al rispetto di chi si rivolge ad esso.

C’è in oltre un altro aspetto che va considerato: spesso noi mamme tendiamo a lamentarci davanti ai nostri figli del peso di essere mamme, di come i nostri mariti siano poco di aiuto, di come il figlio non ascolta, non ubbidisce, non è bravo, non fa questo e non fa quello dimenticandoci che i bambini diventano quello che continuamente noi gli diciamo di essere.

Per loro molto meglio è soddisfare chi con loro si rapporta serenamente.

E poi, siamo così sicure che i papà non vogliano prendersi cura dei propri figli o forse siamo noi che, dato che nessuno fa le cose bene come noi, preferiamo sovraccaricarci di cose da fare per poi arrivare alla lamentela continua?

So che questa affermazione creerà dei malumori ma spesso un po’ di autocritica potrebbe salvare situazioni tragiche.

E allora mamme…riprendiamoci la serenità perduta e lasciamo un po’ questi bambini tra le braccia dei loro padri che sono così bravi  ritrovando del tempo per noi senza sentirci sempre sotto accusa!

Parlimone!

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Genitori senza paura!

Fra le tante brutte storie di bullismo in questi giorni non può non essere rimasta attaccata al cuore quella di Michele, il 17enne di Rivoli che il 23 febbraio ha deciso di farla finita lanciandosi dal ponte di Alpignano……portato a questo dal genericamente detto “atto di bullismo dei suoi compagni di scuola”.

E’ necessario insistere sul fatto che essere bulli non è solo picchiare ma insegnare che spesso anche le parole feriscono, offendono, umiliano….uccidono!

Non si gioca sulle fragilità degli altri e tantomeno sulle sue difficoltà….bisogna insegnarlo.

E’ assolutamente necessario TORNARE AD ESSERE GENITORI senza avere paura di esserlo : il “cucciolo” del genere umano ( tanto per ricordarci che siamo animali anche noi) nasce con un cervello pieno di cassettini vuoti e tantissima capacità di acquisizione: stà al genere umano “adulto” riempirli di nozioni e  di rispetto su cui si basa tutto il resto.

Digitando su google “ EDUCAZIONE” trovo, nel settore immagini, molte foto con frasi, regole e consigli.

Ma fra tutte spicca questa:

Perché il punto è questo:

non basta dire questo si fa e questo non si fa, bisogna dare esempi continui, e costanti.

Dobbiamo essere noi genitori i primi che non criticano, non giudicano, non sottolineano chi è bello o chi è brutto, chi è magro o chi è grasso, chi veste bene o chi veste male.

Impariamo noi a non essere superficiali e insegniamo a vedere le cose per quelle che sono.

Per l’ennesima volta dico : insegniamo il rispetto in tutte le sue forme: per cose, persone e animali e per iniziare……impariamo questa piccola poesia che ci ricorda cinque paroline magiche che renderebbero più rispettoso il rapporto con gli altri: 

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DOPO…..E’ GIA’ TARDI…..

Oggi vi lascio semplicemente questo testo, scritto da non so chi, arrivato per messaggio ma molto vero, mi è piaciuto e lo dono a voi per mezzo di chi l’ha composto!

Il tempo non si trattiene; la vita è un compito da fare e che ci portiamo a casa. 

Quando uno guarda e…  sono già le sei del pomeriggio.

Quando uno guarda ed è già venerdì. 

Quando uno guarda ed è finito già il mese.

Quando uno guarda ed è già finito un anno.

Quando uno guarda e già sono passati 50 o 60 anni. 

Quando uno guarda e si accorge di aver perso un amico.

Quando uno guarda l’amore della propria vita andarsene e accorgersi che è tardi per tornare indietro…

Non smettere di fare qualcosa che ti piace per mancanza di tempo, non smettere di avere qualcuno accanto a te o di goderti la solitudine.

Perché i tuoi figli subito non saranno piú tuoi e dovrai fare qualcosa con questo tempo che resta. 

In quanto l’unica cosa che ci mancherà sarà lo spazio che solo si può godere con gli amici di sempre, quel tempo che purtroppo non torna più…

Prova ad eliminare il “dopo”…          

dopo ti chiamo…dopo lo faccio…dopo lo dico…dopo io cambio..​.ci penso dopo….

Lasciamo tutto per dopo come se il dopo fosse il meglio, perché non capiamo che: 

dopo il caffè si raffredda…

dopo la priorità cambia… 

dopo l’incanto si perde…    

dopo il presto si trasforma in tardi…                                 

dopo la malinconia passa…

dopo le cose cambiano… 

dopo i figli crescono…   dopo la gente invecchia…

dopo le promesse si dimenticano…

dopo il giorno é notte…    

dopo la vita finisce…… 

    

Non lasciare niente per dopo perché nell’attesa del dopo puoi perdere i migliori momenti, le migliori esperienze, i migliori amici, i migliori amori…..        

Ricordati che il dopo può essere tardi, il giorno è oggi, non siamo più nell’età in cui ci è permesso di posticipare.

Sempre uniti: 

sempre insieme…sempre fratelli…sempre amici…

            Autore Sconosciuto

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QUANDO ALLA DONNA…SI FA LA FESTA!

Come sempre quando c’è una ricorrenza è perché si vuole ricordare un evento e spesso non è un bel ricordo.

La stessa cosa succede per la festa della donna che, anche se negli anni è diventata come tutte le altre feste esclusivamente un business, un evento commerciale, porta con se il ricordo di una grande tragedia successa nell’America del 1911 quando una fabbrica tessile andò a fuoco e 123 donne persero la vita.

Nello specifico, l’8 marzo è dedicato al riconoscimento di tutte le lotte che sono state portate avanti dalle donne e alle loro conquiste sul piano dei diritti, dell’economia e della politica contro le discriminazioni e le violenze di cui, ancora oggi, sono vittime in molte parti del mondo.

Ma fu solo nel 1917, quando le donne russe di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra, che si fissò all’8 marzo la vera Festa della Donna.

Purtroppo però non c’è festa che tenga e che faccia passare , a quegli uomini piccoli, vigliacchi e deboli, la voglia di ucciderle le donne!

I femminicidi sono sempre tantissimi e già quest’anno, in soli due mesi del 2018, in Italia sono state uccise già 114 donne.

L’ultimo è di pochi giorni fa dove un uomo lasciato dalla moglie ha deciso di ucciderla perché nel suo vaneggiamento mentale lei doveva essere solo sua, anche se lui aveva un’amante, e non contento ha pensato di uccidere anche le altre due donne della sua vita: le sue due  figlie, con il desiderio folle di dimostrare il suo disprezzo lasciando dei soldi alla sua amante

La follia umana arriva a limiti impensabili!

Quindi sarebbe bello che questa festa si trascorresse con semplicità e in ricordo delle tante donne vittime di violenza, senza perdere quella dignità e quella forza che ci rende uniche e grandi in festeggiamenti indecenti perdendo le bave dietro maschietti sculettanti.

                              

Voglio donarvi questo scritto ideato da donne componenti  una comunità di facebook brasiliana composto nel 2017

NON E’ AMORE SE…….

non è amore se ti fa male.
– non è amore se ti controlla.
– non è amore se ti fa paura di essere quello che sei.
– non è amore se ti picchia.
– non è amore se ti umilia.

– non è amore se ti proibisce di indossare i vestiti che ti piace.
– non è amore se dubiti della tua capacità intellettuale.
– non è amore se non rispetta la tua volontà.
– non è amore se fai sesso.
– non è amore se dubiti costantemente della tua parola.
– non è amore se non si confida con te.
– non è amore se ti impedisce di studiare o di lavorare.
– non è amore se ti tradisce.

– non è amore se ti chiama stupida e pazza.
– non è amore se piangi più di quanto sorridi.
– non è amore se colpisce i tuoi figli.
– non è amore se colpisce i tuoi animali.
– non è amore se mente costantemente.
– non è amore se ti diminuisce, se ti confronta, se ti fa sentire piccola.
Il nome è abuso.
E tu meriti l’amore. Molto amore.
C’è vita fuori da una relazione abusiva.
Fidati!

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