Non posso non dire la mia!

So che su certi argomenti mi ripeto ma proprio non posso esimermi.

Non posso non dire di nuovo la mia sui casi di bullismo di ragazzini verso i professori o verso coetanei.

E, specialmente non posso esimermi dal commentare alcuni scritti che ho trovato qua e là sul web e su alcuni giornali.

Primo fra tutti un articolo di Michele Serra sul giornale Repubblica.

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In questo articolo, neanche troppo fra le righe, si dichiara che, laddove gli adolescenti frequentano scuole a suo dire più “ elevate” come i licei, non ci sono atti di bullismo o maleducazione come invece capita nelle scuole tecniche.

Secondo il citato giornalista le classi sociali più agiate partoriscono figli “naturalmente” per bene, educati, gentili, belli, biondi e con gli occhi azzurri mentre la peggior feccia viene su dai quartieri degradati, dalle famiglie povere e da chi non va avanti negli studi o si diploma “solo” in un istituto tecnico.

Si dimentica forse i figli delle famiglie della Roma bene comportarsi nelle scuole da veri delinquenti.

Forse non vive la vita reale quando spesso, invece, sono proprio i figli annoiati e soli benestanti o meno, che frequentano scuole di “alto livello” della piccola borghesia cittadina ( di ogni parte d’Italia) a cercare divertimenti alternativi a danno di qualcuno più debole.

http://www.secoloditalia.it/2017/11/nel-liceo-della-roma-bene-video-hard-e-droga-la-preside-colpa-dei-genitori/

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Solo pochi giorni fa ho sentito il racconto di una preside di una scuola del nord ( e dico nord….il ricco nord) che dopo aver convocato i genitori di un alunno tutt’altro che per bene si è vista arrivare l’avvocato rappresentante della famiglia anziché una mamma e un papà preoccupati di quanto poteva aver combinato il figlio. Non so se mi spiego!!!!!

Questi atteggiamenti la dicono lunga sul tempo che si impiega per educare i figli.

Eppure queste convinzioni le ho raccolte anche da gente comune a commento proprio dell’articolo giornalistico in questione.

Credo che l’educazione o la maleducazione, non vadano affatto di pari passo con la cultura che non ha insita l’intelligenza. Sarebbe come dire che tutti i meridionali sono mafiosi o che tutti gli Africani sono mussulmani o ancora che tutti i gay hanno l’aids o qualunque altra sciocchezza del genere.

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E’ sempre sbagliato fare di tutta l’erba un unico fascio. Conosco molti ragazzi che per poca volontà hanno smesso di andare a scuola frequentando proprio i primi due anni per obbligo ma mai si sono sognati di comportarsi in modo così scorretto perchè a casa avevano dei genitori che li avrebbero appesi per i piedi e non certamente giustificati pensando che si facevano coinvolgere dai primi poco di buono conosciuti ( tanto per dare sempre la colpa agli altri).

In compenso ho conosciuto universitari cafoni e maleducati all’ennesima potenza, boriosi e strafottenti avere comportamenti non certamente all’altezza del titolo per cui stavano studiando.

In realtà il fatto è che dovremmo, tutti, in quanto genitori, metterci in discussione e tornare a fare I GENITORI che possono anche essere amici ma non devono diventare gli alleati che giustificano ogni sbaglio e scorrettezza dei propri figli nascondendosi dietro a frasi del tipo ” ma era uno scherzo”, ” eh ma sono ragazzi”, ” la colpa è della scuola”,” la colpa è dei suoi amici brutti e cattivi”, ecc ecc.

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Cerchiamo di essere responsabili noi genitori, dare esempi, impariamo a non criticare gli aspetti fisici, le capacità mentali, il grasso, il magro, iniziamo noi a dare gli esempi di buona educazione e rispetto….perchè è solo da li che arriva l’educazione dei nostri figli, quando sbagliano….non giustifichiamoli sempre e per piacere……non si possono più sentire questi stereotipi insulsi : ricchi, poveri, bianchi, neri, italiani, extracomunitari, nord, sud….ovunque c’è il buono e il cattivo.

Per quanto mi riguarda credo che reagirei come una iena inferocita e senza controllo se qualcuno dovesse fare atti del genere ai miei figli, ma avrei la stessa identica reazione scoprissi essere i miei figli a imporre azioni di bullismo, violenza o mancanza di rispetto verso gli altri.

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Se insegniamo a rispettare possiamo insegnare a pretendere il rispetto dagli altri.

E per insegnare…..non c’è niente di meglio che dare l’esempio.

Parliamone!

RICICLO, SPRECO….CONSUMISMO.

E’ questo un argomento che ho già toccato ma che, ritenendolo molto importate e ricalco volentieri.

Mi rendo sempre più conto che, per chi vive i tempi odierni, è un concetto che appare astratto, impossibile e appartenente a tempi forse solo del primo dopoguerra.

Ma se mi soffermo a pensare io, con i miei 53 anni ho vissuto proprio il pieno passaggio di questo sistema.

Ero bambina quando vedevo mia mamma raccogliere tutti i grani di pepe dal salame che si acquistava al massimo una volta al mese, così non era necessario comprarne altro e si pestava quello quando serviva.

Oppure quando una lavatrice durava vent’anni aggiustata e riparata mille volte da mio papà, perché si poteva aggiustare era fatta ni modo tale che si poteva aprire e si potevano cambiare i pezzi che si usuravano o rompevano.

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E perché le scarpe? Ricordate le scarpe, voi che avete la mia età? Le scarpe che avevamo nel numero di due paia, uno per la settimana e uno per la domenica, si cucivano, risuolavano, si rifacevano i tacchi finchè la tomaia non era distrutta o l numero cambiava.

Per non parlare dei vestiti….passati da figlio maggiore a quello minore per poi darlo al cugino e al cuginetto ultimo arrivato: una schiera di bambine vestite da maschietti e bambini con i maglioncini rosa….no , questo no, erano più le bimbe che sembravano maschietti che viceversa.

Ricordo anche la carta del formaggio, che all’epoca si comprava esclusivamente nei banchi al mercato, pulita lavata e fatta asciugare bene si riutilizzava come incarto dei panini scolastici……….le merendine non sapevamo neanche cos’erano.

Oggi tutto si butta, niente si ripara all’inno di “costa meno nuovo” lo spreco e i rifiuti stanno “affogando” il mondo.

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Già tutto questo è un problema se poi  si aggiunge la nostra poca collaborazione nel differenziare tutto ciò che è possibile nel momento in cui si butta.

Quando apro un cassonetto del cartone e ci trovo dentro un sacco di indifferenziato o peggio ancora di plastica mi sale il sangue fino in punta ai capelli.

Non abbiamo neanche il buon senso di piegare o ridurre una scatola di cartone per non che occupi tutto il bidone…..figuriamoci di fare attenzione a dove buttiamo il nostro sacchetto di immondizia!!!!

Basterebbe pensare che questi piccoli gesti quotidiani li facciamo per noi stessi, per cercare di bloccare questa invasione di immondizia che prima o poi ci sommergerà, per cercare di non inquinare questo mondo così bello e di cui dovremmo avere cura.

Ogni grande rivoluzione inizia con i piccoli gesti: proviamo a fare qualcosa ognuno di noi.

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Recuperiamo, aggiustiamo, sfruttiamo e differenziamo….tutti termini che potrebbero liberarci un pò dall’incubo dello sfruttamento terrestre, perché forse non ci pensiamo ma ogni elemento che compone un qualsiasi oggetto in origine arriva dal territorio, dal mondo minerale, animale o vegetale!

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Pensiamoci!

Gara o sport….differenze!

Nello scorso fine settimana si sono svolti diversi importanti eventi sportivi o così denominati.

Generalmente non seguo molto queste gare, di qualsiasi genere siano, ma l’avvicendarsi dei fatti hanno catturato forzatamente la mia attenzione e portata a fare alcune considerazioni.

Partiamo dalla gara ciclistica Parigi-Roubaix dove, durante la corsa, un ragazzo partecipante alla stessa colto da un arresto cardiaco cade dalla bicicletta : su bordo strada la bici per terra e lui a braccia larghe, come crocifisso, immobile.

Nessuno si è fermato, nessun corridore ha pensato di far interrompere la gara, di lasciar perdere lui la gara : chissà se un intervento tempestivo, un massaggio cardiaco immediato avrebbe fatto la differenza?

gara in bici

Nello stesso pomeriggio durante la gara di moto GP l’ennesimo battibecco fra Valentino Rossi e Marquez provoca la cercata caduta di Valentino da parte di Marquez, cosa che per altro era successa anche invertendo le parti ma si sa…Valentino è Valentino e gli perdoniamo sempre tutto. Inoltre pare che Marquez avesse spadroneggiato con arroganza e mancato rispetto delle regole nell’inizio gara al momento di posizionarsi sulla griglia.

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Sempre in nome della gara, nessuno prende provvedimenti ….seri, importanti che facciano davvero pensare prima di sbagliare un comportamento.

C’è poi stata la Formula Uno, gara automobilistica in cui il pit stop dura circa 4 secondi nel quale vengono sostituite le gomme e forse fatto rifornimento (non so non me ne intendo). Nella gara di domenica qualcosa non ha funzionato e il pilota ha avuto il via per ripartire quando ancora un’azione non era stata completata investendo così uno dei tecnici meccanici presenti.

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Quattro secondi, tutto sincronizzato, tutto perfetto…ma basta un attimo, uno sbaglio e la tragedia è dietro l’angolo: in questo caso fortunatamente non ha portato via una vita ma penso che la persona in causa stesse molto meglio con la sua tibia e perone tutti interi.

Anche qui nessuno mette davanti a tutto la possibilità dell’errore umano, l’importante è la gara!

In ognuno di questi casi NESSUNO PENSA CHE LA VITA UMANA VALE PIU’ DI UNA GARA!

Mi fa davvero riflettere vedere come le gare diventino più importanti di una vita, come la gara deve sempre e comunque andare avanti.

Avevo molto apprezzato, quando era morto il calciatore Davide Astori, che immediatamente tutte le partite di quella giornata fossero state sospese, mi era sembrato un atto sincero, di alta sensibilità e dovuto a chiunque in questi ambiti.

fiorentina

Ma vedere un giovane per terra, immobile, fermo …in una situazione chiaramente grave, superato senza tentennamenti da tutti i corridori……..mi ha veramente fatto male al cuore!

Questa è la sottile differenza tra gara, fine a se stessa, e sport vero.

Questa è la differenza tra sport e sportività.

Questo è ciò che distingue l’ indifferenza dall’ umanità!

Ma lo sport dalla sportività si distingue anche in altre situazioni, vedi gli eventi calcistici dei giorni scorsi.

Un’Italia intera che ha gioito e goduto della vittoria della squadra Romana sul Barcellona dimostrando così, almeno in questo, un pizzico di patriottismo.

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Ma la stessa Italia si è divisa tra vittoriosi e vinti, tra accusatori e giudici, per la sconfitta juventina con il Real Madrid. In questo caso non esiste patriottismo, nazionalismo o italianità!

Ma allora di che sportività stiamo parlando?

Quale l’esempio che diamo ai nostri figli quando li avviamo ad un qualsiasi sport?

Su questo argomento, le mie lodi e glorie vanno all’allenatore di quella piccola squadra di giovanissimi calciatori della Val di Susa che, sentito l’urlo di un genitore che incitava il bambino in campo a “spaccare le gambe” all’avversario ha fermato la partita e interrotto il torneo facendo uscire i ragazzi dal campo.

porte-chiuse

Decisione forte e piuttosto drastica ma sicuramente di monito e lezione non solo ai ragazzi ma anche al genitore in questione.

Questo è insegnare ai giovani la sportività!

Parliamone!

 

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Si, ho sbagliato e allora???

E’ molto difficile comprendere gli sbagli delle persone.

E’ molto difficile accettare che tuo marito, tua moglie, tuo figlio, tuo padre, la tua amica abbia fatto proprio quello sbaglio!

Ma come ha fatto? : ma non poteva verificare? Non poteva controllare, ma non ha guardato? Ma non si è chiesto se….

NOOOOOOOOOOOOOO!non sbaglio 2

No, non ha fatto niente di tutto ciò altrimenti non avrebbe fatto proprio quell’errore!

Eppure non è così difficile.

Si, è difficilissimo per noi precisini che non sbagliamo mai…..che crediamo di non sbagliare mai……che sbagliamo ma riusciamo sempre a giustificarci…ecco piuttosto questo!!!

E’ difficile mettersi immediatamente nei panni dell’altro e pensare” ma si è un errore…poteva capitare anche a me”, perché per noi l’istinto è pensare che noi non avremmo mai sbagliato!

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Poi invece succede che sbagli, eccome se sbagli e fai anche un errore per il quale qualcuno si fa male perché quando tu, precisino, sbagli lo fai proprio alla grande!

La vita me lo ha insegnato quando avevo mio figlio Andrea piccolo piccolo, di pochi mesi e mio marito mi ha dimostrato come si comprendono gli altri.

Il bambino era in età di “inizio sgambettio” ed essendo primavera mettevo il girello sul balcone facendolo passeggiare su e giù : i miei movimenti erano infilare il bambino nel girello chiudere subito il cancelletto dove c’era la scala e poi lasciarlo andare, sempre, tutte le volte.

Ma non quel giorno, non so perché quel giorno ho messo il bambino nel girello e poi attratta da un gancio con cui poteva farsi male, ho preso quel gancio e ho messo un piede in casa per appoggiarlo al sicuro…..una frazione di secondo e sono uscita subito rendendomi conto che non avevo chiuso il cancelletto.

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Risultato? Non ho fatto in tempo, il bambino si era fiondato verso le scale e preso il volo, ruzzolando e ribaltandosi fino in fondo alla prima rampa.

Non sto a dirvi lo spavento, la paura si fosse ammazzato, il nervoso per non aver chiuso quel cancelletto …..mi sentivo la peggior mamma del mondo, incapace, disattenta, insulsa….,mamma mia quante me ne sono dette…e cosa avrebbe mai detto mio marito?

Dopo aver medicato, coccolato e placato le urla di mio figlio che fortunatamente si era solo un pò bollato e graffiato, ma non era morto come credevo dal volo che aveva fatto,  ho telefonato a mio marito che era al lavoro e ho raccontato, in lacrime, l’accaduto.

Lui mi ha tranquillizzata finchè sono riuscita a dire che il bambino stava bene e non si era fatto gran chè.

Ma il meglio di sé e il grande insegnamento me l’ha dato con il suo atteggiamento quando è arrivato a casa: è entrato, è andato subito dal bambino assicurandosi che stesse bene. Poi è venuto da me e mi ha abbracciata forte, a lungo, con calore, senza dire una parola e alla fine mi ha guardato ( in lacrime e singhiozzante) dicendomi: “dai su, adesso basta non è successo niente di grave, Andrea sta bene, non l’hai certamente fatto apposta”.

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Ma se fosse capitato a lui, io, quanto avrei sbraitato, accusato, maltrattato urlato e chi più ne ha più ne metta facendolo stare ancora più male di quanto già poteva stare?

Quella è stata la più grande lezione di comprensione e umiltà ricevuta in vita mia!

Basterebbe pensare che quando una persona compie un errore, qualsiasi esso sia, non lo fa certo di proposito…..si lo so, non è facile ma sipuò riuscire.

Poi si potrebbe pensare cosa ha portato a quell’errore : solo disattenzione? O tensioni, stress, malessere fisico o psichico…insomma ce ne sono di fattori che possono essere concause di errori madornali.

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L’importante è sempre rendersi conto dello sbaglio, scusarsi se è possibile e fare assolutamente in modo che non succeda più: cose queste che, in genere, chi si accorge dell’errore sa già benissimo!!!

Insomma anche qui….un po’ di equilibrio, umiltà e comprensione!!!!!

Parliamone!

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Un manuale di psicologia.

A volte si incontrano persone alla quale visivamente non daresti nessun valore e invece…..si rivelano delle persone fantastiche!

Ho incontrato al bar del mio bel paesello una persona molto particolare.

Una donna, che in realtà conosco da almeno vent’anni ma da molto tempo non incontravo più.

Una signora anziana esattamente di sessantanove anni ma mal portati a causa di una vita costantemente piena di difficoltà.

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L’immagine è quella di una vecchia donna degli anni 50 del profondo meridione: piuttosto tonda, capelli ricci e ribelli colore bianco grigi.

Tutta rigorosamente sdentata, si potrebbe dire trasandata negli abiti e nella cura di se. Quelle persone che al primo colpo pensi “ oh poveretta” ,se hai un po di buona creanza,se no dici proprio “ oh poveraccia”.

A vederla seduta vicino a mia mamma, ottant’unenne, poteva sembrare lei sua mamma.

Questa donna ha avuto una vita difficile con un marito alcolizzato e manesco. Ora vedova da anni, ha dovuto sempre lavorare lei e mantenere lui e i suoi vizi oltre alla figlia che avevano. Ha fatto sempre lavori umili e spesso poco retribuiti ma non si è mai fermata davanti a niente. Non si è guardata e curata, non si è rimessa i denti quando i suoi si rovinavano e cadevano, non si è mai alimentata come avrebbe dovuto ma mai niente ha fatto mancare alla sua bambina ora donna.

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Nonostante tutto ciò mi trovo di fronte a una donna serena, forte, che stava dispensando pillole di saggezza e parole di conforto a chi, in quel momento, dichiarava di sentirsi sopraffatta dalla depressione pur non avendo ragione di esserlo.

Un manuale di psicologia.

Nella sua estrema semplicità inizia a  raccontare come il suo essere positiva sempre, il suo notare quelli che stanno peggio di lei, il suo essere volenterosa e caparbia e anche estremamente altruista (aiutando con quello che ha, le sue mani, chi ha bisogno e spesso senza farsi pagare pur avendone estremamente bisogno) le ha portato sempre bene.

Poi mi guarda e dice “ giusto Luisella? Parlo male? Dico cose sbagliate?”.

E io ero li, incantata ad assorbire quella bellezza interiore che stava trasformando quella donna trasandata nella più bella donna conosciuta.

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Continuava a dire alla persona seduta accanto a lei che si dichiarava depressa : “no ma lei non si deve lasciare andare, aiuti qualcuno, si trovi degli impegni, diventi necessaria su questa terra…il Signore vede, il destino se n’è accorge, l’universo troverà il modo di ringraziarla.”

E poi mi guarda “ ho ragione Luisella?”

E a me sale il magone, un groppo in gola di pura commozione mi pervade l’anima e nel guardarla negli occhi….mi sento leggera.

Ho visto nei suoi occhi la consapevolezza di quanto sia necessario vivere la vita con semplicità, purezza e altruismo.

Ho visto la sua forza: un vulcano, lei ha imparato a usare il computer e segue specialmente i canali youtube e si istruisce attraverso questi mezzi, legge, segue tutti i corsi gratuiti che ci  si sono nelle scuole, negli oratori, nei comuni Così ha imparato a fare bigiotteria, a realizzare delle bambole di pezza che poi vende per beneficenza….in cambio la scuola l’aiuta, la chiesa anche, chi la conosce le da una mano e lei dà,dà…. offre se stessa, il suo lavoro, la sua capacità.

Quando mia mamma le chiede se non ha male alla schiena, pronta a ribattere che invece lei ne ha tanto, la sua risposta è stata: “maaaaa…si ma non importa non l’ascolto…non posso, devo andare avanti”….bloccando in gola ogni  lamentela .

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“ io le cose le so”, dice con la convinzione che chi l’ascolta la prenda per matta, “la mia vita mi ha insegnato e io ho imparato, non ho fatto finta di niente come fanno tanti”.

“Non serve a niente fermarsi e piangersi addosso, e allora quei genitori che perdono i figli cosa devono fare? Quello è il dolore più grande eppure anche loro continuano a vivere. Non bisogna fermarsi mai e combattere sempre, la vita va sempre combattuta!”.

Una psicologa nata, un coach di vita, una motivatrice pazzesca, inconsapevole forza della natura.

Queste sono le persone di cui mi voglio contornare e che trovo sempre sul mio cammino……ci sarà un motivo!

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Era tardi ed era giunta l’ora che io andassi a casa, al saluto, le do un bacio e ci scambiamo gli auguri per pasqua…..ma dice ancora una cosa: “adesso vado dalla mia vecchietta, sua figlia mi aiuta tanto dandomi questo lavoro poi stasera mangerò qualcosa”.

Già, solo in quel momento mi accorgo che era entrata al bar, si era seduta e chiacchierato amabilmente con noi ma non aveva preso niente e sarebbe andata a lavorare senza mangiare.

Mai il grande Totò mi è apparso e l’esempio del “sospeso” ha dato i suoi frutti.

Grazie al destino che ha messo questa donna sulla mia strada……in mezz’ora mi ha insegnato una vita!

 

Parliamone!